lunedì 27 settembre 2010

Reti, PLE e connessioni; un post di 2 anni

dicevo
intanto questo è il punto che mi ha stallato per 2 anni sul corso. lo volevo fare ma per un motivo o per un altro alla fine l'ho sempre lasciato indietro e di conseguenza mi son ritrovato soltanto adesso a leggere per intero e di fila( se per di fila si intendono 4 giorni) il testo sulle connessioni, il ple e le reti, e altro.
specifico subito che la predisposizione di spirito mentre lo leggevo è stata spesso di scoglionamento, capogiro, e rabbia ma questo non per una colpa innata nelle parole ma semplicemente perchè era una cosa che mi stava fatica fare. sì, mi scocciava stare a leggere 60 pagine al computer dato che comporta lo stare fisso su una sedia davanti a uno schermo( chiaro che per lost ci starei anche di più). insomma, più che altro avevo già l'idea che fosse un testo così, una via di mezzo tra l'utile e il dilettevole
pregiudizi
pregiudizi
quello che mi veniva in mente non l'ho scritto di pancia perchè, insomma, altrimenti mi sarei dovuto mettere a far post su post ogni pagina circa, per cui mi son appuntato le cose da una parte, comincio dalla prima,
anzi no, da un pensiero che avevo prima in doccia
le reti
potenti, uniche e devastanti
crescono, esplodono e sono vitali. tutto vero. ma se mi limito a parlare di quella di internet ci vedo una piccolissima ombra nera. piccola però.
per esempio, prendiamo l'asia come continente, o anche un solo paese, come la thailandia, o le filippine.
sono due paesi in forte via di sviluppo, stanno anche loro facendo una gran corsa all'occidentalizzazione se non l'hanno già terminata. ecco, la corsa all'occidentalizzazione appunto, una gara assolutamente sbagliata e senza senso. già perchè là come in altri paesi questa corsa ha portato a uno sradicamento di tutto un micromondo, di una storia e di una tradizione che ormai si vedono relegate e nella memoria di pochi. un pò  come le abitudini dei nonni, insomma. dicevo, la corsa.
già ecco, il modello occidentale come modello di sviluppo. io non posso non credere che internet sia una cosa a sè dal progresso e dalla globalizzazione. di conseguenza è in parte responsabile della perdita delle radici e delle tradizioni.
io qui l'ho detta in maniera sommaria, generale e sbrigativa, ma il succo è questo.
se dovessi fare un paragone: prendere l'aereo velocizza al massimo i tempi di un viaggio e unisce nel giro di poche ore meta e luogo di partenza. formidabile si, ma anche triste. perchè? provate a fare lo stesso viaggio, ma in treno questa volta. anche qui, la differenza che c'è sarà la vita
 lo so che permette le connessioni ma avrà anche dei lati negativi, no?
poi per parlare di connessioni 
è vero che non c'è una netta separazione tra on-line e off-line, sono entrambe due sfaccettature di un modo di relazionarsi. insomma, le due cose non si escludono vicendevolmente, hanno dei punti di contatto e delle divergenze. però quello che intendo dire è che le connessioni per quanto belle possano essere non potranno mai avere tutti i singoli particolari che hanno altri tipi di rapporto. è vero che in un blog le persone si aprono e si mettono molto più in campo, diventando anche più sociali, però è comunque un parlare e discutere attraverso uno schermo. il che non mi crea problemi. crea problemi il fatto che è una conoscenza che li nasce e spesso li finisce, almeno per quanto mi riguarda. e questo non mi basta.
è chiaro e scontato? beh, può darsi, ma per me è fondamentale.
non intendo dire il classico insensato"l'amicizia vera/i rapporti veri, sò mejo di quelli su internet"
è leggermente differente. intendo dire che è veramente raro che mi metta a ricercare di persona chi su un blog ha scritto una cosa che mi smuove. un pò perchè mi pare difficile e un pò perchè 9 su 10 dal vivo la persona senza il blog sarebbe deludente. posso seguirla sulla rete e stabilirci le connessioni, ma mi serve di vederla negli occhi, anche solo per capire quanto ci crede  nelle cose che dice
in ogni caso questo discorso sulle connessioni penso sia il meno sensato da obiettare.
sono veramente una fonte di dibattito e sviluppo personale, in quanto continuo territorio di confronto e mettono in comunicazione schiere di persone materialmente lontanissime.
solo che per quanto mi riguarda stare a cercarle davanti allo schermo è infinitamente più faticoso di chiamare un amico o andare a fare un giro nel bosco
detto questo, finisco con la parte distruttiva con l'argomento della scolarizzazione 
è vero, la scuola reprime fantasia e estro, è limitante e punta sulla quantità, è nozionistica e anche molto spersonalizzante. però questo è un pò come dire che bossi parla alla cazzo, è palese, scontato e potrebbe andare sui demotivational di capitan ovvio.
però limitarsi a dire nno no no no! è un'azione molto fine a sè stessa, che non porta a niente di concreto, un pò come fa il centro sinistra all'opposizione appunto. quello che penso sia più sensato fare è anche pensare se qualcosa è davvero fattibile e realizzabile, concretizzabile per cambiare un pò le cose.
nella scuola e non solo
io mi annoio a volte a lezione e immagino che col passare del tempo mi riempo di nozioni, ma magari non apprendo. quello che mi chiedo è se veramente si possa indirizzare un ateneo, l'università in generale e infine tutto il sistema scolastico verso un qualcosa di più sensato. 
è effettivamente realizzabile per quanto riguarda tempo, menti e investimenti? ma soprattutto, come e in cosa si vuole cambiare il sistema preistorico dell'istruzione?
ok, adesso ho finito.
anche se magari non si evince da queste righe quello che ho letto mi ha dato anche sollievo e mi ha aperto occhi e orecchie  a tante prospettive per le quali avevo poco "i care"

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